DCA: davvero manca Amore?
Nella trappola dei DCA cadono tutti: genitori, fratelli e figli, ognuno col suo bel piatto di sofferenza servita in solitudine e silenzio. Esserci quotidianamente, per un genitore, è un impegno di amore infinito, paziente e inesauribile verso una figlia o un figlio speciali.
“Fame d’amore”, “Affamati d’amore”: in fondo non sono che titoli, due parole semplici per attirare l’attenzione su quella trasmissione o su quel libro. Eppure, parole così elementari e quotidiane riescono troppo spesso a insinuare con pruriginoso sospetto che la mancanza d’amore sia quella di madri aride e padri distratti colpevoli di aver gettato nelle gelide braccia dell’anoressia o della bulimia i loro figli.
Peccato che nella trappola dei DCA ci si cade tutti insieme, genitori, fratelli e figli, ognuno col suo bel piatto di sofferenza servita in solitudine e silenzio.
In due anni di gruppi AMA non ho mai incontrato “cattivi genitori”, “famiglie pericolosamente disfunzionali” o “situazioni davvero problematiche”; semmai madri preoccupate, magari ansiose, padri protettivi, fratelli impotenti…
In due anni di gruppi AMA ho conosciuto le storie di anoressia e bulimia di adolescenti amati, coccolati, desiderati e considerati speciali e fragili, di figli seguiti e accompagnati nel loro percorso da genitori gravati dal peso della responsabilità e dal dolore dell’inaccettabile.
Perché niente sembra convincere queste ragazze e questi ragazzi della loro bellezza, intelligenza, forza o determinazione. Quasi mai le parole dette da una mamma, un papà, o da un familiare convincono, consolano, riparano. Semmai il contrario. Esserci quotidianamente è un impegno di amore infinito, paziente e inesauribile da mostrare e dimostrare continuamente a questi ragazzi che sfidano i loro cuori fino all’ultimo battito, che non vivono, non si vogliono bene, che rifiutano, allontanano, non desiderano.
E allora diciamolo una volta per tutte: solo un amore immenso può riuscire a riempire il vuoto che la malattia ha scavato dentro, con pazienza e comprensione per imboccarli d’amore continuamente e quotidianamente, senza mai arrendersi, anche quando lo sputano, lo offendono, lo vomitano.
La fame di questi adolescenti che si vogliono perfetti, è di amor proprio, di autostima, di autoassoluzione. I nostri ragazzi hanno fame della capacità di non sentirsi falliti davanti all’errore, di tollerare lo sbaglio, di sopportare quel qualcosa che non va per il verso giusto.
Mai teneri verso se stessi, non ammettono tenerezze (né al tatto né alla vista né al gusto) e disperatamente e ossessivamente, affamandosi o abbuffandosi, si perdono in un vortice di bisogno e negazione, di tutto o di niente, massacrati nel corpo e nella mente da sentimenti di vergogna e rinuncia, in un vivere che non ammette vie di mezzo.
E noi, madri e padri, fratelli e sorelle, con loro. Se non è amore questo…
Flavia R.
Per approfondire le nostre azioni di Auto-Mutuo-Aiuto: i Gruppi AMA della Fenice FVG. L’immagine di copertina arriva dal DCA dell’ospedale di Palmanova (UD) e fa parte del “Progetto Abbraccio”
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