I DCA nelle tesi di laurea: i casi Fenice FVG
La tesi di laurea è la fase conclusiva di un percorso di studi superiore fatto nell’età di maggiore consapevolezza. Durante il 2023 l’associazione Fenice FVG ha avuto l’onore di essere citata per i propri servizi a famiglie e pazienti in due tesi di laurea: quella in Psicologia di Flavia Rizzatto, del nostro direttivo, a luglio e quella in Relazioni Pubbliche di Gaia Zampa, qualche giorno fa. La proclamazione di Gaia è avvenuta a novembre, forse non a caso, nello stesso giorno in cui nel mondo l’Unicef commemora i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La Convention on the Rights of the Child (Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza) negli artt. 23, 24, 27, 34 parla esplicitamente del diritto alla salute, sia fisica che mentale.
Ho deciso di svolgere la mia tesi di laurea sulla comunicazione dei Disturbi Alimentari diretta alla Generazione Z perché sono consapevole del significato che ha avere familiari e amici con questa malattia, sentirsi impotenti, vederli spegnersi e scivolare verso l’autodistruzione.
Gaia zampa
Parlare e parlare correttamente di un problema, coinvolgere quante più persone possibili con il giusto approccio, è una rivoluzione sociale e culturale insieme. Vediamo quello che sta accadendo dopo l’ennesimo caso di omicidio di una donna. Il caso di Giulia Cecchettin ha mosso un’onda di rumore, indignazione ma anche di commenti negativi, sessisti e poco centrati, segno che tanto è ancora da fare. “Troppe persone sul caso di Giulia Cecchettin non sanno distinguere il “not all men” dal parlare correttamente del tema” scrive Eliana Cocca qui (gli articoli sulla corretta comunicazione sulla violenza di genere sono moltissimi in questi giorni).
Parlare correttamente e con le parole giuste è importantissimo. La Fenice ha iniziato ad affrontare il problema della corretta informazione e comunicazione dei DCA nel 2021 con la realizzazione di due corsi sostenuti dall’OdG del Friuli Venezia Giulia (leggi approfondimento) perché anche i DCA sono investiti da stigma sociale, ignoranza, mancanza di “parole giuste”.
Gaia Zampa d’altronde racconta che la motivazione principale a concentrarsi su questo tema di studio le è arrivato dalla confessione di una persona del suo passato che le disse: «Ricordo ancora le prese in giro per i capelli, la forma fisica, la sensazione di essere sempre sotto il giudizio altrui e le accuse “Sai, quest’anno sei candidata al premio no-bel”. Allora ero convinta che le modelle fossero belle perché erano magre”. »
L’analisi sul terribile stato dell’arte rispetto alla comunicazione dei DCA è stata una delle molle che ha fatto scattare la dott.ssa Zampa che dice ancora: «La metodologia qualitativa, adottata per svolgere le ricerche, consiste in un’osservazione partecipata e in un focus group dalla quale è emerso quanto segue. La parola “disturbi” è fuorviante. Fondazione Pubblicità Progresso, ente promotore di pubblicità sociale, non ha mai patrocinato nessuna campagna sulla tematica. La comunicazione istituzionale è “blanda” e priva di linee guida; questa tematica viene indicata dal Ministero della Salute come una “patologia femminile”. La comunicazione commerciale, in particolare quella prodotta dai mental coach online, strumentalizza la tematica per incrementare i guadagni dei singoli sminuendo e ridicolizzando i veri professionisti. »
Le associazioni volontarie sono le uniche sul territorio che organizzano eventi per far conoscere la tematica dei disturbi del Comportamento Alimentare. Gaia Zampa
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